Letture di maggio | #wrapup

Maggio è stato senza ombra di dubbio il mese più piovoso della storia dei mesi di maggio. Sono stata pervasa da una particolare tristezza, una tristezza un pò autunnale, e sicuramente gran parte di questo sentimento mi è stato suscitato da tutta la pioggia che il cielo ci ha mandato giù.

Come se non bastasse, ho letto veramente poco. Triste, pigra e indolente sono stata lontana dai libri, dalle notizie letterarie, dai social e dal blog, insomma da qualsiasi cosa che richiedesse un minimo di impegno e di attenzione. Conto di rimediare presto e con entusiasmo.

Complice il tempo, complice la tristezza e un poco di nostalgia, ho ripreso in mano una delle mie serie manga preferite. Premetto che non l’ho ancora completata, così mi sono detta che questa poteva essere (l’ennesima) buona occasione per portarla a compimento. Sto parlando di Bleach di Tite Kubo, edito da Panini Comics, nella collana Planet Manga. Quando ero ragazzina per me questa casa editrice e questa collana erano il massimo! Ci trovavo sempre una buona dose di manga interessanti da leggere. Ammetto che ora è una delle ultime che mi ritrovo a consultare quando ho voglia di leggere fumetti, ma nonostante questo, Bleach è sicuramente uno di quelli che mi sono piaciuti di più.
Il primo volume – The death and the strawberry – ci introduce nel mondo di Bleach, facendoci fare la conoscenza di alcuni dei personaggi principali di questo manga. La storia gira intorno alle vicende che vedono il giovane Ichigo Kurosaki alle prese con gli Hollow, gli Shinigami e la Soul Society. I disegni, sopratutto quelli dei primi volumi, sono freschi, ben caratterizzati e ricchi di dettagli, come sono ben caratterizzati i personaggi che popolano questa serie. Ne parleremo sicuramente qui sul blog, dedicandogli qualche articolo ad hoc.

A proposito di case editrice di fumetti, una delle più interessanti degli ultimi anni è la J-pop. La seguo con grande interesse.
Una cosa però non capisco: quando compravo i fumetti, tipo una ventina di anni fa, l’unica cosa complicata che dovevo fare era avvisare la mia fumetteria di fiducia che volevo seguire un certo manga, e quello gentilmente tutti i mesi (massimo due mesi) me li metteva da parte aspettando che io passassi in negozio a ritirare il malloppo. Ora invece, passano mesi tra un volume e l’altro e l’attesa diventa talmente snervante che mi ritrovo a leggere più e più volte gli stessi volume, tanto da averli quasi imparati a memoria. Qualcuno più gentilmente spiegarmi perché avviene questa cosa? Vi giuro io non la capisco.
A parte questo piccolo sfogo, nel mentre che aspetto che vengano pubblicati i nuovi volumi di Lore Olympus e de I diari della speziale, ho deciso di cimentarmi in nuove letture, e di generi completamente nuovi. Premetto che il primo volume di Wet Sand non è adatto a un pubblico di giovanissimi, perchè sono presenti scene esplicite di sesso e anche qualche scena di violenza. La trama è molto semplice e lineare, e rappresenta un pò le mode del momento: amore-gangsta-triangolo. Non so se l’ordine è quello giusto. Come molti altri lavori che stanno avendo successo in questi mesi – grazie ai social e ai passaparola – anche questo nasce sul web e approda sulla carta stampata. Ecco, secondo me poteva rimanere sul web. Non perchè la storia non sia godibile o i personaggi interessanti, ma semplicemente perchè troppo basic. I disegni dei personaggi, gli sfondi, la trama, tutto è estremamente lineare, e come ogni romance (a prescindere dal formato in cui ci viene propinato) gira intorno a un’unica cosa. Lo sappiamo, no? Quindi, interessante averlo sfogliato, ma… niente di eccezionale.

Freschissimo di stampa invece è Grammamanti. Immaginare futuri con le parole di Vera Gheno, edito da Einaudi. La premessa è che seguo con tantissimo interesse Gheno. Amo il suo modo di esprimere il suo pensiero e gli argomenti attinenti al suo campo di ricerca. Avendo come obiettivo quello di riuscire a scrivere ed esprimermi nella maniera più inclusiva possibile, lei, per me, è un vero punto di riferimento. Mi ha fatto sorridere il fatto che leggendo le prime pagine e la sua intenzione di esprimersi attraverso delle storie d’amore, la mia prima reazione sia stata uno storcimento di labbra schifato. Storcimento di labbra che si è via via appianato, mentre procedevo nella lettura. Spesso mi dimentico che l’amore può assumere varie forme. Parleremo presto anche di lui.

E infine il primo volume di Frieren. Oltre la fine del viaggio scritto da Kanehito Yamada e disegnato da Tsukasa Abe, pubblicato da J-pop. La storia è incentrata sui viaggi dell’elfa, nonchè maga Frieren alla ricerca di ogni sorta di magie. Le sue avventure si alternano a flashback del suo precedente viaggio, fatto in compagnia di tre compagni, con la quale si era avventurata per sconfiggere il re dei demoni. I disegni sono davvero bellissimi, e anche se ci sono alcuni particolari interessanti, alcune battute divertenti e molto sagaci, la storia non mi ispira particolarmente. Sciocco dirlo dopo solo il primo volume, continuerò a leggerlo un altro pò e poi vedremo.

Per questo mese è tutto, confido in un giugno più soleggiato, divertente e libresco.